sabato 4 agosto 2007
Le nostre condanne...
[...] Non c'è vita abbastanza lunga, nè coraggio abbastanza grande , nè sorte abbastanza benigna da sostenere un uomo che debba sopportare il peso di una tale condanna, una volta che questa gli sia stata inflitta. [...]
Henry James, sulla vita di Gustave Flaubert.
Sembra che non ci sia via di fuga a volte e che si debba soccombere a quegli elementi che apparentemente esulano dal nostro personale controllo. Come se dovessimo necessariamente avere il controllo su tutto. Che idea frustrante della vita.
Nel caso di Flaubert si trattava di una condanna legata ad un'intelligenza troppo spiccata per una persona forse troppo umile. Una conoscenza per mezzo della quale avrebbe misurato tutto intorno a sè, trovandolo tremendamente mediocre e rammaricandosene profondamente, senza quella pungente cattiveria e superiorità tipica di altre menti brillanti, che però lo avrebbe aiutato a condurre una vita vissuta con il distacco necessario.
Ma tornando a noi semplici esseri umani, cosa ci vieta di cambiare ciò che non ci sta bene? Siamo allora davvero mediocri? Perchè non lottare per reagire e cambiare tutto, se necessario...o "soltanto" rivoluzionarlo per ripristinare una situazione più adatta a noi?
Non lo so...ogni tanto mi capita di chiedermelo...
Forse è accidia...
...forse paura...
...forse.
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